Posizione podalica: come aiutare il vostro piccolo a girarsi
Aggiornato il 06 Luglio 2023
Vi hanno appena svelato all’ecografia che il vostro piccolo è seduto nella vostra pancia.. nel vero senso della parola!… si rivolge nel vostro bacino con il suo sedere e le gambette raccolte mentre tutto attento porta la sua testa in alto.
Potrà ancora girasi? Fino a quando ha la possibilità di divenire cefalico?
C’è qualcosa che posso fare per facilitargli questo compito?
C’è qualche ragione per cui si è messo in questa posizione e non in quella a testa in giù?
Questi sono i tipici dubbi che attanagliano noi mamme quando ci viene detto che il nostro bimbetto di nascere non ne ha proprio voglia visto che non si è nemmeno impegnato a mettersi nella posizione consentita per il parto naturale. Ecco allora che ci informiamo in mille modi su come facilitargli il compito.
Queste semplici informazioni ci aiuteranno a stare tranquille nell'affrontare anche questo momento con la sana dose di preoccupazione e la giusta razione di serenità.
- I feti possono vertire la loro presentazione (ciò la parte più grossa del loro corpo che affaccia nel vostro bacino) fino a 32-33 settimane dopodiché , se dovesse persistere la presentazione podalica, è necessario consultare un professionista sanitario per capire come meglio intervenire.
- Se un feto persiste nello stare in questa posizione può esser molto probabile che ci siano motivi clinici ostetrici che impediscano a lui di compiere la famosa capovolta per disporsi a testa in giù. Tipicamente rientrano in questa categoria di mamme coloro che aspettano due gemelli, che hanno un inserzione anomala della placenta o malformazioni note a carico del feto e dell’utero. In tutte queste condizioni risulta meccanicamente difficile per un bimbo trovare lo spazio fisico per muoversi abilmente e disporsi come fanno il 96% dei feti.
Risulta perciò chiaro in tali condizioni che nulla è possibile fare per modificare la sua posizione: in questo caso è la natura che ha provveduto a scegliere per noi.. e non vi è nulla nelle nostre possibilità di mamma che si possa fare.
- Esistono strategie disponibili che consentono al feto podalico di rivolgersi qualora anche la clinica sostiene questo cambiamento. Condizione preminente in tal caso è l’adeguata (non ridotta ne eccessiva) quantità di liquido: la piscinetta nella quale infatti è contenuto deve avere la giusta quantità di liquido amniotico.. né troppo, che altrimenti consentirebbe nuovamente di riporsi podalico, né troppo poco, che ne impedirebbe la buona riuscita. Le condizioni perciò di polidramnios e oligoidramnios non consentono con facilità la versione stabile della presentazione del feto.
Le strategie ad oggi note per rivolgere i feti podalici sono da ricercarsi nella manovra di rivolgimento, nella moxibustione(associata o meno ad agopuntura) e nelle tecniche posturali da proporre direttamente alle mamme.
Considerando che per la prima è necessario rivolgersi in un ospedale da un operatore esperto dopo la 37esima settimana consapevoli che possa comportare anche dei rischi, è bene concentrare i nostri sforzi inizialmente sulle altre due strategie.
La moxibustione, detta anche moxa, è una pratica del tutto innocua della medicina tradizionale cinese. Consiste nell’avvicinare un sigaro di artemisia all’estremità del mignolo del piede della futura mamma: 15 minuti per un piede e 15 minuti per l’altro. La combustione stimolerebbe un punto del meridiano della vescica (nozioni queste da rintracciarsi anche nella pratica dello shiatsu) che indurrebbe il piccolo a muoversi.
La tecnica può essere proposta ed insegnata dall’ostetrica a partire dalle 32 settimane di gravidanza sia alla mamma, che riceve il trattamento, che al compagno, che in tal modo viene direttamente istruito nella sua esecuzione. Durante la pratica la mamma dovrebbe stare sdraiata, preferibilmente con dei cuscini sotto il bacino,o comunque semiseduta in una condizione di relax ed ascolto con le mani appoggiate al proprio bambino. È molto probabile che durante il trattamento sia la mamma a notare un aumento della motilità del piccolo che viene invogliato a muoversi.
Ripetuta tutti i giorni per circa 7-10 giorni può portare alla versione cefalica del feto. Sarà un ecografia associata alla palpazione dell’addome della mamma a confermarne la buona riuscita. Se la tecnica non dovesse aver portato al risultato atteso è possibile ripeterla fino alla 37 esima settimana oltre la quale è bene agire prospettando una modalità di nascita non fisiologica con taglio cesareo a 39 settimane.
Il parto naturale infatti rappresenterebbe per il vostro piccolo una prova decisamente difficile e complessa dove non mancherebbero rischi per entrambi.
Nelle tecniche posturali troviamo semplicemente l’assunzione della posizione a quattro zampe, ma con la testa appoggiata a terra, sulle mani e la posizione supina, con dei cuscini sotto al bacino entrambe da effettuare per almeno 15 minuti ogni giorno in forma anche ripetuta. In entrambi i casi il bacino rimane infatti sollevato e potrebbe in tal modo consentire al vostro piccolo di trovare l’angolazione più ampia per poter rivolgersi. Non esistono allo stato attuale prove di efficacia a riguardo… ma certamente “tentar non nuoce”.
Ostetrica Miriam Magni
Professionista dal 2007 ha operato in vari ospedali della regione lombardia nei dipartimenti materno infantili approfondendo la sua formazione nel campo dell'educazione famigliare allo sviluppo neurocomporetamentale del neonato, sostenendo e promuovendo l'allattamento al seno. Da poco mamma sperimenta in prima persona ciò che fin ora è stata per lei una missione