Tutti dritti sull’attenti!
Aggiornato il 25 Ottobre 2022
- <::marker> Scoliosi e atteggiamento scoliotico:
Il termine scoliosi indica una deviazione della colonna vertebrale che ha la caratteristica di essere non modificabile volontariamente. Inoltre la scoliosi può mostrare una evolutività durante l’accrescimento.
La scoliosi è un vero e proprio dismorfismo della colonna ed è caratterizzata, come tale, da delle alterazioni anatomiche ben precise della colonna:
1) cuneizzazione vertebrale: le vertebre risultano incuneate e lo spazio tra una vertebra e l’altra risulta ridotto e deformato
2) rotazione vertebrale: le vertebre risultano ruotate rispetto all’asse della colonna.
Dal punto di vista dell’eziologia nella scoliosi vera idiopatica sono importanti la familiarità e il ruolo degli ormoni (è per questo che la scoliosi ha una evolutività particolare durante la fase di sviluppo puberale).
La vera scoliosi va distinta dall’ “atteggiamento scoliotico”, ovvero una deviazione laterale della colonna vertebrale che però risulta del tutto riducibile in decubito prono, ovvero con bambino disteso a pancia in giù. L’atteggiamento scoliotico comporta sempre una deviazione laterale della colonna, con conseguente perdita della verticalità della stessa, ma non si accompagna mai ad una rotazione e deformazione dei corpi vertebrali ed è correggibile volontariamente o con semplici interventi esterni.
L’atteggiamento scoliotico deriva da diversi fattori, può infatti essere causato da:
• Dismetria degli arti inferiori, ovvero un arto leggermente più lungo dell’arto che causa una deviazione laterale della colonna;
• Rigidità o attitudine viziata dell’anca;
• Paralisi o contratture dei muscoli del tronco, del cingolo pelvico o del cingolo scapolare: ad esempio legate a sforzi fisici muscolari o errate posture.
- <::marker> Come valutarla
Come valutare un bimbo che sembra avere una scoliosi?
Un bambino con un dubbio di scoliosi va valutato attraverso un esame obiettivo (esame del soggetto) molto attento da parte di uno specialista pediatra o ortopedico.
Attraverso la valutazione di eventuali curve della colonna, la comparsa di “gibbo” a livello dorsale durante il movimento di flessione del tronco, e/o la presenza di asimmetria di bacino, spalle, parte laterale dei fianchi si potrà iniziare a porre il dubbio di un quadro di scoliosi.
Un test che spesso viene utilizzato nella valutazione della colonna è il test di Adams:
Si effettua esaminando il ragazzo senza maglietta e a piedi scalzi.
- <::marker> Lo si invita a flettersi in avanti, tenendo le ginocchia dritte e chinando prima la testa e poi il tronco con le braccia rilassate.
- <::marker> In questa posizione si può mettere in evidenza la presenza di un gibbo, vale a dire una sporgenza sulla schiena a destra o sinistra della colonna vertebrale.
- <::marker> La presenza del gibbo è l’elemento più determinante e che fa insospettire rispetto alla presenza di una scoliosi.
Altri segni rilevabili all’esame obiettivo del bambino saranno i seguenti:
- <::marker> asimmetrie delle spalle: una è più alta dell’altra;
- <::marker> asimmetria delle scapole: una più alta o più sporgente dell’altra oppure sono entrambe troppo sporgenti;
- <::marker> evidente alterazione della forma del torace o una eccessiva sporgenza delle costole;
- <::marker> asimmetria della parte laterale dei fianchi: uno è più dritto dell’altro
- <::marker> asimmetria del bacino: uno dei due lati è più alto;
- <::marker> riduzione o accentuazione delle normali curve guardando il soggetto di lato;
- <::marker> evidente sbilanciamento laterale della schiena;
- <::marker> evidente asimmetria di lunghezza delle gambe;
- <::marker> presenza di dolore alla schiena.
Un esame radiografico della colonna potrà completare l’analisi della sua morfologia ed in particolare la valutazione radiografica sarà necessaria per calcolare, qualora presente una scoliosi, l’angolo di inclinazione della curva scolioitca (detto ANGOLO DI COBB).
Nella scoliosi si individuano sempre una o due curve principali (o primitive). Alla curva principale si aggiungono poi curve secondarie o “curve di compenso”. La prima si distingue dalle seconde perché è più grave, più fissa, più difficilmente correggibile.
- <::marker> Cosa fare
Per quanto riguarda gli atteggiamenti scoliotici essi hanno la caratteristica di regredire una volta eliminate le cause che li hanno prodotti e non evolvono verso una scoliosi vera.
Ad esempio, nel caso dell’atteggiamento scoliotico dovuto ad asimmetria degli arti inferiori, sarà sufficiente, in ortostatismo, mettere sotto il calcagno dell’arto più corto un rialzo corrispondente alla dismetria per far sparire la deviazione della colonna.
In presenza di un quadro di scoliosi vera, invece, due sono gli elementi che devono essere tenuti presenti per valutare l’intervento correttivo più idoneo:
1) la presenza di dolore: il dolore nella scoliosi è legato ad un’alterazione dell’equilibrio osteo- muscolo-articolare.
2) l’evolutività del quadro: è stato ampiamente dimostrato che la scoliosi presenta un certo grado di “evolutività” nel tempo ed in particolare l’inizio del periodo di aggravamento spesso corrisponde all’inizio della spinta di crescita pubertaria ma questa evoluzione continua fino alla maturità ossea completa.
Sulla base di questi parametri uniti al grado di curvatura della scoliosi verranno valutati dallo specialista ortopedico degli interventi correttivi più conservativi quali fisiochinesiterapia, corsetti e busti ortopedici, gessi correttivi, oppure interventi più invasivi quali gli interventi correttivi chirurgici.
È importante sottolineare che nella scoliosi il trattamento non ha lo scopo di “raddrizzare ciò che è storto” ma di interrompere l’evolutività delle curve. Generalmente nelle scoliosi sotto i 15-20°, con gibbi poco evidenti è sufficiente la semplice osservazione periodica mentre per scoliosi in peggioramento oltre i 15-20°, quando si prevede un’evoluzione negativa a causa dell’età, della sede e delle caratteristiche intrinseche alla deformità potrà essere utile iniziare i vari tipi di intervento conservativo.
- <::marker> Falsi miti
Il binomio “zaino pesante e scoliosi” è per la maggior parte dei genitori un binomio inscindibile e l’inizio delle scuole riapre la discussione e le paure dei genitori (spesso alimentate dai mass media che parlano di problemi provocati dagli zainetti alla colonna vertebrale e suggeriscono il trolley al posto delle cartelle).
Ma come stanno realmente le cose? Uno zaino troppo pesante può causare la scoliosi?
No. Il fatto di portare zaini con un carico eccessivo può scatenare il mal di schiena legato alla presenza di una scoliosi (già diagnosticata o non ancora individuata), ma non ne è la causa. Inoltre, la scoliosi va distinta però dall’atteggiamento scoliotico, ovvero una postura che all’apparenza può sembrare scoliosi perché presenta lo stesso segnale indicatore, quello di una spalla elevata rispetto all’altra, ma, nella flessione del busto, non appare il gibbo e i due lati sono uguali.
Una postura sbagliata o l’abitudine a portare carichi eccessivi sulla schiena possono determinare modificazioni di tipo posturale, ovvero un atteggiamento scoliotico, ma senza segni di malattia della colonna vertebrale. E’ importante sottolineare, però, che questo atteggiamento scoliotico può essere facilitato anche da una debolezza dei muscoli della schiena e da una scarsa attività fisica: la vita sedentaria che i bimbi al giorno d’oggi conducono dovrebbe pertanto essere vista come un nemico decisamente peggiore dello zainetto pesante!
Dott.ssa Valentina Decimi - Salvagente Italia
(Pediatra)