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Scarabocchio ed emozioni

Aggiornato il 25 Ottobre 2022

Scarabocchio ed emozioni

È di nuovo Louis Corman, grande appassionato di pedagogia e di disegno infantile, a fornirci parole preziose per comprendere cosa accade nella mente di un piccolo artista intento a scarabocchiare: «Il disegno è la proiezione del mondo interiore del bambino, delle sue attrazioni e dei suoi rifiuti, dei suoi desideri e dei suoi timori».

Secondo lo psicologo francese, infatti, i disegni vanno interpretati in base alla loro valenza simbolica e si rivelano importanti strumenti per esplorare la dimensione affettiva. Quando vogliamo recepire informazioni utili sulle caratteristiche individuali del disegnatore, dobbiamo dunque osservare non solo come il disegno si costruisce ed evolve, ma anche il perché dei suoi elementi e della sua composizione.

Il bambino, specialmente nelle prime manifestazioni grafiche, non disegna per rappresentare gli oggetti per come si presentano nella realtà, bensì lascia indizi e tracce del suo mondo fantasmatico e della sua visione delle cose. In estrema sintesi, potremmo dire che disegna ciò che per lui è importante esprimere, sia in senso positivo sia negativo. È mosso soprattutto dalla sua interiorità, alimentata sì da percezioni e conoscenze, ma ancora di più da desideri, affetti ed emozioni.

È vero, lo scarabocchio richiede lo sviluppo di abilità pratiche (come l’impugnare un colore) e di capacità cognitive (come la coordinazione occhio-mano), ma dovremmo concepirlo in primo luogo come un “manoscritto” da interpretare, una traccia della personalità.

Ecco perché possiamo collocare il disegno accanto al gioco e talvolta al sogno, ed ecco perché il suo utilizzo è diventato ormai comune anche nel colloquio psicologico infantile. Alcuni test, oltretutto, richiedono solamente un foglio e una matita (vengono proprio chiamati test carta-matita), le indicazioni sono semplici e immediate e il compito richiesto non genera ansia nel bambino.

emozioni bambino

 

tata maschio

 

Lorenzo Naia @latatamaschio

Dopo una laurea in psicologia e una vita da – come piace dire a me – tata maschio, oggi continuo a occuparmi di infanzia, attraverso le parole. Sono autore per bambini e ragazzi, creative director per progetti family friendly e contributor per portali web e riviste. Racconto il mio punto di vista su www.latatamaschio.it e la mia icona di stile rimane sempre Mrs. Doubtfire!