Reflusso e rigurgito nel neonato: un allarme spesso ingiustificato
Aggiornato il 25 Ottobre 2022
COS’È IL REFLUSSO GASTROESOFAGEO:
Per reflusso gastroesofageo (RGE) si intende la risalita del contenuto gastrico in esofago: tale situazione può essere associata oppure no al rigurgito e/o al vomito del bambino. È un evento fisiologico che si verifica più volte al giorno in lattanti, bambini ed adulti. In particolare è presente nel 40-60% dei lattanti!
Dal reflusso gastroesofageo semplice si distinguono invece le forme di reflusso con “distress severo” e la malattia da reflusso gastroesofageo.
- <::marker> DISTRESS SEVERO:
Non esiste una vera e propria definizione clinica di “distress severo”: si intende una manifestazione di dolore o di evidente malessere da parte del bambino definito sulla base di una valutazione scrupolosa di un professionista sanitario.
- <::marker> MALATTIA DA REFLUSSO GASTROESOFAGEO:
Per “Malattia da Reflusso Gastroesofageo” si intende una condizione in cui un reflusso gastroesofageo severo provoca sintomi importanti che necessitano di terapia medica e può provocare complicanze (es. esofagite, polmonite da aspirazione).
CAUSE:
Il reflusso fisiologico interessa un’alta percentuale di lattanti e sono diverse le condizioni che favoriscono tale fenomeno:
1) alimentazione esclusivamente (o prevalentemente) liquida: nei primi mesi di vita il bambino ha un’alimentazione prevalentemente liquida e di conseguenza il reflusso sarà favorito dalla scarsa consistenza del contenuto gastrico. Tale condizione è destinata a migliorare spontaneamente con lo svezzamento e quindi con l’introduzione di cibo semi-solido/solido;
2) posizione per lo più supina: la posizione supina mantenuta dal lattante nei primi 4 mesi favorisce la risalita del contenuto gastrico in esofago. Tale condizione è destinata a cambiare fisiologicamente nel corso del primo anno di vita con l’acquisizione da parte del bambino di una posizione prevalentemente seduta e poi eretta.
3) immaturità del cardias: il cardias è la valvola che si trova tra esofago e stomaco e dovrebbe impedire la risalita di materiale gastrico in esofago. Tale valvola matura nel corso dei primi mesi di vita risultando sempre più efficace nello svolgimento della sua funzione.
COME SI MANIFESTA:
La sintomatologia tipica del reflusso gastroesofageo è caratterizzata da:
- <::marker> rigurgiti frequenti anche a distanza dal pasto: il 60% dei lattanti di 4 mesi rigurgitano abitualmente, soprattutto dopo i pasti, mentre ai 12 mesi il rigurgito si dovrebbe essere solo occasionale e dopo i 15 mesi dovrebbe essere completamente assente;
- <::marker> vomito frequente;
- <::marker> pianto durante o dopo la poppata;
- <::marker> irritabilità del bambino durante o dopo il pasto.
Raramente il reflusso gastroesofageo può persistere oltre l’anno di vita. Le cause del reflusso dopo i 12 mesi possono essere diverse: una mancata maturazione del cardias che resta poco tonico e si rilascia quando non dovrebbe, un difetto della motilità dell’esofago o un ritardo di svuotamento dello stomaco. Nei bambini più grandicelli possono influire anche l’obesità, a causa dell’aumento della pressione gastrica dovuta all’adipe della parete addominale, così come lo stress.
In casi decisamente più rari, alla base del problema potrebbero esserci malformazioni delle prime vie del tratto digerente.
COSA FARE:
La storia naturale del reflusso gastroesofageo è caratterizzata dalla scomparsa dei sintomi
- <::marker> nel 55% dei casi a 10 mesi
- <::marker> nell’81% a 18 mesi
- <::marker> nel 98% a 2 anni
Il reflusso fisiologico non richiede cure mentre la comparsa di sintomi riferibili ad una “malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE)” si cura con farmaci specifici.
L’intervento del pediatra di fronte ad un quadro di reflusso gastroesofageo potrà essere diversificato in base all’intensità dei sintomi presentati dal bambino e agli effetti sulla qualità di vita del bimbo, della famiglia e sulla crescita del piccolo.
Si potrà pertanto intervenire con le seguenti azioni:
- <::marker> osservazione della poppata e consulenza allattamento da parte di personale esperto;
- <::marker> pasti più frequenti meno abbondanti: soprattutto nel bambino alimentato con latte artificiale ridurre il quantitativo di latte se in eccesso e comunque frazionare maggiormente i pasti;
- <::marker> pause durante la poppata;
- <::marker> mantenere una posizione eretta dopo la poppata: non è indicato fornire “indicazioni posturali” durante il sonno per trattare il rge in lattanti che devono dormire in posizione supina per la prevenzione della sindrome della morte in culla;
- <::marker> monitoraggio della crescita: la presenza di un buon accrescimento ponderale in un lattante con sintomi da reflusso è un fattore prognostico positivo e allontana dalla necessità di utilizzo di terapia farmacologica;
- <::marker> utilizzo di latti anti rigurgito (formula AR) o latti addensati con farine;
- <::marker> farmaci: attualmente non indicazioni a ricorrere a farmaci in assenza di alterazioni della crescita e altri segni di malattia da reflusso gastroesofageo;
- <::marker> alginati: solo su indicazione del pediatra.
(Raccomandazioni NICE- National Institute for Healt and Care Excellence- 2016)
NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI SARÀ SUFFICIENTE…ATTENDERE: man mano che il bambino cresce, comincia ad assumere cibi solidi e stare sempre più spesso in posizione eretta o seduta, il fenomeno diventa sempre meno evidente e i rigurgiti scompaiono da sé!
QUANDO PREOCCUPARSI: REFLUSSO O MALATTIA DA REFLUSSO GASTROESOFAGEO?
La malattia da RGE (MRGE) è quella condizione in cui la risalita del contenuto gastrico comporta l'insorgenza di segni, sintomi e complicanze.
È molto raro che si possa instaurare una «Malattia da Reflusso Gastroesofageo» soprattutto in un bambino sano.
Vi sono alcune categorie di bambini, invece, ad alto rischio di sviluppare MRGE:
- <::marker> bambini con danno neurologico
- <::marker> disordini genetici
- <::marker> atresia esofagea
I sintomi a cui il pediatra dovrà porre attenzione perché indicativi di malattia da reflusso gastroesofageo sono:
- <::marker> Rigurgiti molto frequenti o vomiti a getto
- <::marker> Persistenza dei sintomi oltre l’anno di vita
- <::marker> Arresto o diminuzione della crescita
- <::marker> Frequenti episodi di infezioni delle vie respiratorie
- <::marker> Polmoniti da aspirazione
- <::marker> Erosioni dentarie in presenza di disabilità neurologica
In presenza di tali sintomi il pediatra e il gastroenterologo potranno valutare la necessità di ricorrere ad indagini diagnostiche quali PH-metria, PH-impedenziometria, esofagogastroduodenoscopia (EGDS) e l’opportunità di impostare terapie farmacologiche con farmaci inibitori di pompa protonica.
Dott.ssa Valentina Decimi - Salvagente Italia
(Pediatra)