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Pavor nocturnus nei bambini: cos'è e come imparare a gestirlo

Aggiornato il 30 Ottobre 2023

Pavor nocturnus nei bambini: cos'è e come imparare a gestirlo

Vedere il proprio bambino in preda al terrore notturno è un'esperienza sgradevole e senza dubbio spaventosa. La buona notizia, però, è che il pavor nocturnus non è assolutamente pericoloso per il bambino. Se non sai di che si tratta continua a leggere. In questo articolo proveremo infatti a scoprire di più su questo fenomeno, indagandone le cause e capendo come gestirlo al meglio.

Indice

Cos'è il pavor nocturnus (o notturno) e perchè viene?

Il terrore notturno è una parasonnia, ovvero un disturbo non patologico del sonno. Come afferma la stessa definizione del fenomeno, il pavor nocturnus non è patologico e il suo manifestarsi non è quindi connesso a traumi, disturbi neurologici o problemi sociali e relazionali del bambino. Il pavor nocturnus si manifesta come un risveglio parziale del sonno, durante il quale il bambino appare profondamente agitato: un bambino in preda al terrore notturno potrà quindi alzarsi dal letto, piangere e urlare in modo molto eccessivo; talvolta sudato, pallido o estremamente paonazzo, durante un episodio di pavor nocturnus il bambino, pur avendo gli occhi sbarrati, ha lo sguardo perso nel vuoto, come se non riuscisse a vedere di fronte a sé. L'aspetto che più spaventa i genitori alle prese con il terrore notturno è che il bambino piange e si dispera ma sembra essere allo stesso tempo assente e incapace di percepire la voce di mamma e papà. In estrema sintesi, il piccolo è inconsolabile. Come se non bastasse, può succedere che ai gesti consolatori dei genitori si accompagni un aumento di intensità dell’episodio, cosa che tende a spaventare ancora di più i genitori, soprattutto se si trovano per la prima volta alle prese con questo fenomeno.

Col passare dei minuti, il bambino tende a tranquillizzarsi da solo, per poi tornare a dormire. E' bene sapere che durante il terrore notturno i piccoli, in realtà, non smettono mai di dormire e, anzi, il mattino successivo potrebbe verificarsi un'amnesia parziale o addirittura totale (spesso non ricordano nulla di quanto accaduto durante la notte).

Quali sono le cause del pavor nocturnus?

Il pavor nocturnus è un fenomeno tipicamente infantile che, solitamente, può colpire nella fascia di età che va dai 2 a i 12 anni circa. In realtà esperti e studiosi non sono ancora riusciti a identificare una causa univoca del fenomeno, che sembra infatti comparire in presenza di condizioni molto diverse tra loro: oltre alla familiarità, infatti, il pavor nocturnus si manifesta in presenza di stati febbrili, situazioni stressanti, apnee notturne, otiti, asma e reflusso gastroesofageo. Quale che sia la causa, tuttavia, l'aspetto positivo è che il pavor nocturnus - che al pari del sonnambulismo fa parte delle parasonnie - non è assolutamente un’espressione fisica o psichica di un problema neurologico o la conseguenza di esperienze vissute e, allo stesso modo, non è un attacco di panico come molti genitori sono portati a pensare. Durante un episodio di terrore notturno, infatti, si è notato che ad attivarsi è il sistema limbico, la cui “accensione” non è causata da vissuti emotivi connessi alla realtà in cui vive il bambino. Durante l'adolescenza gli episodi di pavor nocturnus tendono a diminuire, per poi sparire del tutto in modo naturale.

Come gestire il pavor nocturnus

Quando il proprio bambino è in preda al terrore notturno è importante essere in grado di gestire la crisi di pavor nocturnus, evitando atteggiamenti o comportamenti che possano peggiorare la situazione. Benché, infatti, il bambino appaia terrorizzato, è importante - al pari degli episodi di sonnambulismo - non toccarlo ma, al massimo, evitare che si faccia inconsapevolmente del male. Per lo stesso motivo non ha senso parlare al bambino in modo razionale: in realtà sta dormendo, quindi non capirà cosa gli state dicendo. I genitori, in questi casi, possono certamente parlare con voce tranquilla al bambino, magari cantando tranquillamente una canzone consolatoria con voce bassa, in modo che il suono di una voce conosciuta possa arrivare alle sue orecchie. L'unica cosa che non dovete mai fare è quella di svegliare il bambino che, in realtà, sta dormendo. Per lui non è la crisi ad essere traumatica (perché inconsapevole) ma un eventuale risveglio forzato che, probabilmente, lo farà trovare in un posto diverso dal suo letto e circondato da espressioni (dei genitori) angosciate e preoccupate.

Pavor nocturnus: è necessario contattare un professionista?

I genitori vivono gli episodi di terrore notturno in modo molto traumatico: il fatto di essere inermi di fronte alla crisi del proprio bambino è sicuramente molto difficile da accettare. E' bene parlare di questi episodi con il proprio pediatra che, qualora reputi che le crisi siano troppo ravvicinate o possano mettere in pericolo l'incolumità del bambino, può indirizzare i genitori a uno specialista di settore.