Perchè i neonati piangono?
C’è chi strilla fino a diventare paonazzo e chi lo fa in modo più contenuto, ma tutti i neonati prima o poi piangono. E questo è un dato di fatto. Piangono perché, almeno inizialmente, questo è il loro solo modo di comunicare, esprimere una richiesta, manifestare un disagio, richiamare l’attenzione. Piangono perché hanno bisogno di noi.
Prima di chiederti come far smettere un bambino di piangere, è necessario osservarlo e ascoltarlo: dietro il suo pianto c’è sempre una ragione, e individuarla è fondamentale perché il pianto cessi.
Scopriamo dunque insieme quali sono le ragioni più comuni del pianto, così da imparare a calmare un bambino che piange.
Metodi per far smettere di piangere un neonato: le ragioni del pianto
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Piangere perché sono affamato.
È questa, il più delle volte, la ragione del pianto nei piccolissimi. Un pianto da fame è in genere
accompagnato ad altri piccoli segnali che è importante imparare a riconoscere. Ad esempio, se preso il braccio il bimbo
gira la testa
verso il seno oppure si
ciuccia le manine.
- Piangere perché ho il pannolino sporco.
Ci sono piccoli che “tollerano” un
pannolino umido per ore, altri che cominciano a urlare non appena si bagna. Il disagio da pannolino sporco è una causa piuttosto frequente nei piccolini.
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Piangere perché ho sonno ma non riesco a dormire.
Un’eccessiva stanchezza – ma anche semplicemente il
sonno stesso – è una causa frequente del pianto nei neonati. Il piccolo
si stropiccia gli occhi e piange disperatamente.
Cullalo dolcemente, canta una ninnananna, metti della
musica rilassante.
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Piangere perché ho freddo o caldo.
In genere, la tendenza dei genitori è quella di coprire eccessivamente i neonati per timore che prendano freddo, ma può avvenire anche il contrario. In inverno controllate che la temperatura della casa non superi i 18-20 gradi e quando fa caldo via i calzini: i bambini adorano stare con i piedi nudi.
- Piangere perché voglio stare in braccio.
I genitori si preoccupano di “viziare” il piccolo
prendendolo in braccio ogni volta che piange. Certo, i bambini imparano prestissimo i trucchi per attirare l’attenzione, ma non dimenticare che
soprattutto nei primi mesi tuo figlio ha bisogno di contatto fisico, e a volte piangerà proprio perché ti vuole vicino. Avvolgilo in una morbida coperta e coccolalo, o crea un rito da ripetere ogni volta che non riesci a calmarlo. È tra i metodi più efficaci per calmare un neonato che piange, quando non conosci il motivo del pianto.
- Piangere perché non mi sento bene.
Tra i classici malesseri da neonato ci sono le tanto temute
coliche. In genere non è difficile capirlo perché il piccolo tende a
muovere le gambine per cercare di alleviare il dolore al pancino. Prova a
massaggiarlo,
cullalo tenendolo a pancia in giù ed eventualmente consulta il pediatra, che ti saprà consigliare i rimedi più efficaci.
- Piangere perché sta arrivando un dentino.
C’è chi comincia già a pochissimi mesi e chi ad un anno è ancora sdentato. Stai tranquilla, va tutto bene: non esiste una regola precisa. E se qualche bambino non se ne accorge neppure, la maggior parte manifesterà comprensibile disagio nel momento in cui il
primo dentino cerca di uscire rompendo la gengiva. Non è detto che provi dolore, a volte
può trattarsi semplicemente di fastidio. Controlla le
gengive, se sono
rosse e infiammate e la
salivazione è
abbondante potrebbe essere questa la
causa del pianto del piccolo. Esiste in commercio ogni genere di
massaggiagengive: giocattoli ruvidi che contengono un liquido e che, se tenuti in frigo e dati da “mordicchiare” al piccolino, possono avere un effetto calmante. Un po’ di coccole e magari un massaggio sulla gengiva con la punta del dito in genere risolveranno il problema.
Ebbene sì, può capitare anche questo. In fondo a noi non capita di sentirci arrabbiati o tristi o annoiati senza alcuna ragione? Per i neonati è lo stesso: a volte bastano un po’ coccole, altre la tua attenzione, in alcuni casi può essere utile uscire. Una passeggiata all’aria aperta è il rimedio migliore e di certo non può che far bene anche a te.