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Cefalea: un problema dei grandi?

Aggiornato il 27 Ottobre 2022

Cefalea: un problema dei grandi?

 

UN PROBLEMA “GRANDE” ANCHE NEI “PICCOLI”

 

La cefalea, comunemente nota come “mal di testa” è una condizione clinica patologica che affligge in varie forme e misure bambini e ragazzi, sia maschi che femmine: generalmente la si associa ad un’età “adulta” ma anche i bambini ne soffrono. Parlando di numeri si può osservare come la prevalenza nella popolazione scolastica sia stata stimata del 10-20% con un aumento progressivo della frequenza man mano che i bambini crescono fino ad arrivare al 27-32% nell’età tra i 13-14 anni (se parliamo di attacchi mensili) e 87-94% (se parliamo di almeno un attacco l’anno).

 

E’ un sintomo che aumenta con l’incremento dell’età e lo si inizia ad osservare soprattutto nel passaggio dalla scuola materna a 1°elementare.

Una cefalea che compare in età pediatrica persiste poi negli anni nel 50- 80 % dei casi e generalmente persistono le forme più severe e più frequenti. Si osserva inoltre come la persistenza nel tempo è significativamente correlata alla presenza di familiarità per cefalea.

Bambini e adolescenti con mal di testa, in particolare emicrania, hanno spesso conseguenze in termini di qualità della vita, rendimento scolastico, presenza di sintomi somatici (dolori addominali), ansia e disturbi dell’umore: un bimbo con il mal di testa non va quindi sottovalutato… 

 

CEFALEE PRIMARIE E SECONDARIE

 

Le cefalee possono essere distinte in due grandi gruppi: cefalee primarie e cefalee secondarie.

Le cefalee primarie sono condizioni in cui la cefalea stessa è la malattia e non si riconosce altra malattia come causa. Generalmente i bambini che soffrono di cefalea primaria hanno elevata familiarità per cefalea (nell’emicrania vi è l’85% di familiarità per cefalea). All’interno delle cefalee primarie, a seconda delle caratteristiche della sintomatologia dolorosa, le forme più comuni in età pediatrica sono:

 

  1. <::marker> EMICRANIA
  2. <::marker> CEFALEA DI TIPO TENSIVO

 

Le cefalee secondarie sono cefalee in cui si riconosce, invece, una malattia causale ed in questo caso la cefalea è solo “un sintomo” della malattia causale e scompare alla cessazione della malattia originaria. Nel gruppo delle cefalee secondarie annoveriamo, tra le più comuni:

 

  1. <::marker> CEFALEA DA TRAUMA CRANICO/CERVICALE
  2. <::marker> CEFALEA ATTRIBUITA AD INFEZIONE
  3. <::marker> CEFALEA ATTRIBUITA A DISTURBI DI CRANIO, COLLO, ORECCHIE, NASO, DENTI BOCCA

 

Tra le cefalee di tipo primario le più classiche dell’età infantile sono l’emicrania e la cefalea tensiva.

L’emicrania consiste in una cefalea caratterizzata da un dolore pulsante localizzato ad un solo lato del capo. Generalmente si presenta con attacchi della durata variabile tra 4 e 72 ore ed intensità medio forte. Può essere associata a nausea, fastidio per luce e suoni (fotofobia/fonofobia) e generalmente il disturbo peggiora con le attività di routine quotidiane.

 

In alcune persone l’emicrania presenta dei sintomi “premonitori”, chiamati “aura”, che possono consistere in formicolii degli arti, sintomi visivi quali flash, scotomi, che precedono o accompagnano l’insorgenza del mal di testa vero e proprio.

 La prevalenza dell’emicrania nella popolazione pediatrica va dal 3% al 20% ed aumenta passando dall’infanzia all’adolescenza. 

La cefalea tensiva è la forma più comune di mal di testa ed ha una prevalenza che va dal 5% al 26% nei bambini tra i 6 – 12 anni e che arriva al 50% tra i 7 – 14 anni.

 

E’ un mal di testa di tipo gravativo-costrittivo, con durata variabile da minuti a giorni, tipicamente bilaterale e di intensità lieve-moderato.

 

La cefalea di tipo tensivo, soprattutto in età pediatrica, è molto più legata a fattori di tipo emotivo come un problema scolastico o in famiglia o con gli amici e in questo senso può essere considerato una condizione patologica con origine psicosomatica.

 

Tra le cefalee di tipo secondario, le forme più frequenti di cefalea sono quelle associate a disturbi a livello di cranio/collo come torcicollo o dolori cervicali, la cefalea derivante da alterazioni della vista, la cefalea derivante da problemi di tipo otorinolaringoiatrico come ad esempio sinusite o ostruzione delle alte vie respiratorie e la cefalea derivante da problematiche otrodontiche come le malocclusioni dentali.

 

DIARIO E CEFALEA

Quando un bimbo riferisce il mal di testa è sempre utile iniziare a tenere un “diario della cefalea”: in questo diario sarà importante annotare i giorni in cui compare la sintomatologia dolorosa, la durata del disturbo, la localizzazione del dolore, l’intensità del dolore espresso ad esempio con scale numeriche da 1 a 10 (1= dolore molto forte, 5= dolore medio, 10= dolore fortissimo), eventuali sintomi associati (nausea, vomito, aura emicranica), eventuali fattori che vengono identificati come “scatenanti” il mal di testa (ad esempio stanchezza, cibi, etc) e la modalità di risoluzione, se spontanea o con farmaci. Tutto questo è estremamente utile per poter classificare la tipologia di cefalea, la gravità e indirizzare il pediatra nella scelta di eventuali adeguate indagini diagnostiche. 

 

PIÙ ATTENZIONE AL MAL DI TESTA SE…

Nella maggior parte dei casi la cefalea è un sintomo che desta grande allarme nei genitori, soprattutto per l’impatto significativo sulla vita quotidiana del bambino. E’ importante riconoscere anche i mal di testa che meritano ancora maggiore attenzione ovvero quelle cefalee che potrebbero essere legate a patologie di maggiore gravità sottostanti.

Le situazioni a cui bisognerà porre maggiore attenzione sono:

1) Mal di testa che sveglia il bambino di notte;

2) Vomito alla mattina presto, senza nausea;

3) Mal di testa che aumentano di frequenza o peggiorano di episodio in episodio senza ragione specifica;

4) Cambiamenti di personalità nel bambino;

5) Mal di testa con febbre o rigidità del collo e dolore sotto-nucale

6) Mal di testa che aumenta dopo un incidente o trauma cervicale o facciale

 

In presenza di questi “segni di allarme” sarò opportuno confrontarsi rapidamente con il pediatra per avviare eventuali accertamenti per escludere problematiche di maggiore gravità.

 

 

 

Dott.ssa Valentina Decimi - Salvagente Italia 

(Pediatra)