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Blue Friday: un'onda per volta, agiamo per l'oceano di domani.

Aggiornato il 17 Novembre 2022

Blue Friday: un'onda per volta, agiamo per l'oceano di domani.

Mustela, come impresa B-Corp ha deciso di impegnarsi in un progetto decennale per ridurre a zero i rifiuti produttivi della nostra attività, lavorare per restituire all'ambiente più di quanto prendiamo da esso e rimanere come sempre al fianco dei genitori aiutandoli nel loro compito per la vita. Tra gli impegni che portiamo avanti ogni giorno per rendere il nostro pianeta un posto migliore, non ci dobbiamo dimenticare dell'importanza dei nostri mari e degli oceani. L’oceano è uno solo, unico e grande, e appartiene a tutto il mondo: immaginare e attivare soluzioni collettive, inclusive e aperte a partire dalle Scienze del Mare è la mappa che l’UNESCO sta seguendo per passare dall’oceano che abbiamo a quello che vogliamo.

L’oceano che abbiamo compie già imprese straordinarie: genera più del 50% dell’ossigeno che respiriamo e ha già assorbito fino al 90% del calore generato dagli umani e fino al 30% delle emissioni antropiche di biossido di carbonio. Tutto questo disturbo antropico però – e in particolare il cambiamento climatico – mette a rischio il suo stato di salute. Invertire il declino e lavorare per l’oceano di domani è l’unica soluzione possibile per un futuro sostenibile.

In questa giornata abbiamo deciso di supportare la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell'UNESCO nell'iniziativa Blue Friday.

I dati del Black Friday: ecco perché è ora di cambiare rotta

Nel solo Regno Unito il Black Friday 2020 ha emesso 429mila tonnellate di gas serra: il peso di 61.308 elefanti oppure l’equivalente di 435 voli andata e ritorno dall’Europa a New York. Solo in Italia – dove il 50% degli acquisti è online – durante il Black Friday la congestione urbana aumenta del +34% l'inquinamento e i tempi di percorrenza.

Gli acquisti effettuati in occasione del Black Friday sono spesso motivati dall’impulso non da una reale necessità: fino all'80% dei capi e oggetti acquistati vengono buttati via dopo un solo utilizzo o addirittura zero

In Italia, l'e-commerce consuma mediamente il 35% di tutta la plastica prodotta nel nostro Paese. Durante la giornata del Black Friday questa percentuale subisce un’impennata. Inoltre, i prodotti acquistati online non possono essere semplicemente consegnati nel loro packaging originale ma, hanno bisogno di essere protetti da speciali imballaggi per evitare che si rompano durante il trasporto. Questo comporta un aumento dei rifiuti prodotti, soprattutto per quelle aziende che non utilizzano materiali più sostenibili come la carta o il cartone.

Sebbene la quantità di rifiuti dovuta specificatamente al Black Friday sia difficile da calcolare, si stima che questa giornata di shopping genera il più alto tasso di rifiuti da imballaggio dell’intero anno. Perlopiù plastica, come sacchetti e pellicole ma anche polistirolo e altri derivati. Purtroppo, si registra anche un’enorme quantità di rifiuti elettronici sempre in questi giorni: considerando che l’80% degli acquisti del Black Friday è relativo a oggetti elettronici, viene a crearsi un ricambio di prodotti che potrebbero invece durare per molti anni, che vengono lasciati nelle discariche o, nel peggiore dei casi, non vengono smaltiti nel modo corretto.

Il Decennio del mare e l’iniziativa UNESCO per lo sviluppo sostenibile:

La salute e il benessere umano dipendono dalla salute e dalla sicurezza dei mari del mondo: forniscono cibo e il sostentamento di oltre 3 miliardi di persone. Si tratta di un alleato essenziale nella lotta ai cambiamenti climatici, nonché di una fonte di importanti valori culturali, estetici e ricreativi. Da un punto di vista economico, il mare è di fondamentale importanza. Nel 2010, l’economia del mare ha generato oltre 30 milioni di posti di lavoro e, prima della pandemia di COVID-19, si prevedeva che la produzione economica del mare avrebbe raggiunto i 3 trilioni di dollari entro il 2030.

Tradizionalmente percepito come invincibile, il mare è tuttavia minacciato. Impatti molteplici, provocati dalle attività terrestri e marine, interessano oltre il 40% della superficie marina. La deossigenazione sta creando “zone morte” del mare, e la proliferazione di alghe dannose sta generando rischi significativi per la salute umana e per le economie.

Il mondo necessita di una campagna legata alle scienze del mare che responsabilizzerà e coinvolgerà le parti interessate in tutte le discipline, aree geografiche, generazioni e generi, e sarà di durata sufficientemente lunga da apportare il cambiamento duraturo richiesto. Nel 2016, la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO ha avviato un’idea per tale campagna. Nel dicembre 2017, tale lavoro è culminato con la proclamazione del Decennio delle Nazioni Unite delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile 2021- 2030 (denominato “Decennio del Mare”).

La visione del Decennio del Mare è “la scienza di cui abbiamo bisogno per l’oceano che vogliamo”. La missione del Decennio del Mare è creare soluzioni di scienze del mare trasformative per lo sviluppo sostenibile, avvicinando le persone ai nostri oceani. Il Decennio del Mare faciliterà la generazione di dati, informazioni e conoscenze necessarie per passare dall’ “oceano che abbiamo” all’ “oceano che vogliamo”.

Sette risultati descrivono l’ “oceano che vogliamo” alla fine del Decennio del Mare:

  1. Un oceano pulito in cui le fonti di inquinamento sono identificate e ridotte, o rimosse.
  2. Un oceano sano e resiliente in cui gli ecosistemi marini vengono compresi, protetti, ripristinati e gestiti.
  3. Un oceano produttivo che supporta l’approvvigionamento alimentare sostenibile e un’economia del mare sostenibile.
  4. Un oceano predicibile in cui la società comprende e può rispondere alle mutevoli condizioni marine.
  5. Un oceano sicuro dove la vita e il sostentamento sono protetti dai pericoli ad esso legati.
  6. Un oceano accessibile con un accesso aperto ed equo a dati, informazioni, tecnologia e innovazione.
  7. Un oceano che ispira e coinvolge in cui la società comprende e valorizza l’oceano in relazione al benessere umano e allo sviluppo sostenibile.

 

L’ambizione del Decennio del Mare va oltre le capacità di ogni singola nazione, gruppo di persone, singola generazione o disciplina scientifica. Convocherà un’ampia gamma di parti interessate per allineare collettivamente le loro ricerche, i loro investimenti e le loro iniziative attorno a una serie di priorità comuni, in modo che il risultato dei loro sforzi condivisi sia esponenzialmente maggiore della somma delle parti. Le iniziative cresceranno e prospereranno su scala locale, regionale o nazionale in base a priorità e contesti specifici. Lo sviluppo delle capacità, tra cui un migliore accesso ai dati e alla tecnologia, una maggiore Educazione all’Oceano e la creazione di un ambiente favorevole che garantisca un’ampia inclusività, compresa la diversità di genere, generazionale e geografica, saranno elementi essenziali in ogni fase di tale processo.